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Legge di Bilancio 2026: prime anticipazioni su fisco e misure economiche

  • Immagine del redattore: Marco Bellomo
    Marco Bellomo
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min
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Come ogni anno, l’attenzione di contribuenti, imprese e professionisti si concentra sulla Legge di Bilancio, che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre per entrare in vigore dal 1° gennaio 2026.

Il percorso si annuncia complesso, principalmente per la questione delle risorse disponibili e per le nuove regole di governance economica introdotte dall’Unione Europea. Un primo quadro più chiaro arriverà con la Nota di aggiornamento al DEF (NADEF), attesa per settembre, che rappresenterà il punto di partenza per la definizione delle scelte di politica economica.

Di seguito analizziamo le tre novità più rilevanti che, secondo le anticipazioni, caratterizzeranno la manovra.


1. Taglio dell’IRPEF per il ceto medio

Il tema fiscale resta centrale nella Legge di Bilancio 2026. L’obiettivo del Governo è intervenire nuovamente sugli scaglioni IRPEF, in particolare sul secondo (28.000 – 50.000 euro).


Le ipotesi allo studio prevedono:

  • un’estensione della fascia fino a 60.000 euro,

  • una riduzione dell’aliquota dal 35% al 33%.


I benefici stimati sarebbero:

  • circa 440 euro annui per chi rientra nella fascia 28.000–50.000 euro,

  • circa 660 euro annui qualora la riduzione si estendesse fino a 60.000 euro.


Il costo per lo Stato è stimato a circa 4 miliardi di euro. Pertanto, la misura potrà concretizzarsi soltanto con adeguate coperture, come sottolineato dallo stesso Ministro dell’Economia, che ha richiamato la necessità di “misure responsabili” per mantenere l’equilibrio di bilancio.


2. Rottamazione delle cartelle esattoriali

Altro tema di rilievo è quello della cosiddetta “rottamazione quinquies”. Il magazzino dei crediti affidati alla riscossione ha ormai superato i 1.300 miliardi di euro, ma gran parte di tali importi è considerata di difficile, se non impossibile, esazione.

L’ipotesi è di introdurre una nuova misura di definizione agevolata che, tuttavia, non avrebbe carattere generalizzato. Tra le possibilità allo studio:

  • limiti per categoria di contribuenti,

  • soglie massime di importo dei debiti sanabili,

  • soluzioni di saldo e stralcio parziale.

L’obiettivo è duplice: ridurre il contenzioso e allo stesso tempo reperire nuove risorse per lo Stato. Sarà tuttavia necessario trovare un equilibrio, evitando effetti premiali per i contribuenti che non hanno rispettato sistematicamente le proprie obbligazioni fiscali.


3. Regime forfettario: ipotesi di modifica

Già con la Legge di Bilancio 2025 si era discusso dell’innalzamento della soglia di accesso al regime forfettario dagli attuali 85.000 euro a 100.000 euro. La proposta, però, non era stata approvata.

L’ipotesi torna ora sul tavolo, ma la sua effettiva realizzazione dipenderà dall’autorizzazione dell’Unione Europea, che stabilisce limiti specifici per l’adozione di regimi agevolati. Ad oggi, quindi, non è possibile confermare se e quando la modifica entrerà in vigore.





 
 
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