IRPEF: novità in arrivo nel 2026 tra taglio aliquote, flat tax e fiscal drag
- Marco Bellomo
- 17 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 giorni fa

Il Governo ha annunciato una nuova riduzione dell’IRPEF a partire da gennaio 2026, con l’obiettivo dichiarato di alleggerire la pressione fiscale su lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi. Il piano, ancora in fase di definizione, prevede la riduzione dell’aliquota del 35% al 33% per il secondo scaglione di reddito, ossia quello compreso tra 28.000 e 50.000 euro.
Si tratta di una misura che, secondo le prime simulazioni, potrebbe tradursi in un risparmio massimo di circa 440 euro l’anno, pari a poco più di 36 euro mensili. L’intervento, però, solleva interrogativi sulla sua reale efficacia redistributiva, soprattutto per i contribuenti con redditi medio-alti.
Il meccanismo del taglio e chi ne beneficerà
Le proiezioni elaborate dai Consulenti del Lavoro mostrano come la riduzione dell’aliquota comporti benefici crescenti in base al reddito. Ecco una sintesi orientativa degli effetti annui stimati:
30.000 euro di reddito: -40 euro
35.000 euro di reddito: -140 euro
40.000 euro di reddito: -240 euro
45.000 euro di reddito: -340 euro
50.000 euro di reddito: -440 euro
Per i redditi superiori, la riduzione si mantiene su importi analoghi, fino a un massimo stimato di 1.440 euro per chi dichiara circa 60.000 euro.
Tuttavia, il Governo sta valutando di introdurre meccanismi di sterilizzazione per evitare che il beneficio raggiunga anche i redditi molto elevati (sopra i 150.000-200.000 euro), per i quali l’effetto risulterebbe marginale ma oneroso per l’erario.
Possibili correttivi: tetti, quoziente familiare e bonus edilizi
Una delle ipotesi sul tavolo riguarda la reintroduzione di una franchigia sulle detrazioni fiscali per i contribuenti con redditi oltre i 50.000 euro, misura già sperimentata in passato. Secondo le stime, l’esclusione di queste fasce di reddito potrebbe ridurre il costo complessivo dell’operazione di circa 200 milioni di euro, mantenendo al contempo un impatto simbolico sul piano dell’equità fiscale.
In parallelo, si ragiona sull’introduzione di un “quoziente familiare”, ovvero un tetto variabile calcolato anche in base al numero di figli a carico, per favorire le famiglie con redditi medi.
Sul fronte delle agevolazioni edilizie, si ipotizza un ridimensionamento dei bonus al 30% per il 2026, sia sulle prime che sulle seconde case. Tuttavia, l’Esecutivo starebbe valutando la possibilità di mantenere il credito d’imposta del 50% sulle prime abitazioni e il 36% sulle seconde.
Focus su tredicesime, pensioni e flat tax
Un altro capitolo aperto riguarda la detassazione delle tredicesime, estendibile anche ai trattamenti pensionistici. All’interno della maggioranza, le posizioni divergono:
Forza Italia propone la detassazione di straordinari e premi di produzione;
La Lega punta invece ad ampliare la flat tax per autonomi portando la soglia dagli attuali 85.000 a 100.000 euro di reddito annuo.
Il nodo del “fiscal drag”
Sul tavolo del confronto con i sindacati resta il tema del fiscal drag, ovvero l’aumento automatico della tassazione che deriva dall’inflazione. Quando i redditi nominali crescono per effetto dei rinnovi contrattuali o dell’aumento dei prezzi, ma scaglioni e aliquote restano invariati, il contribuente finisce per pagare di più pur mantenendo lo stesso potere d’acquisto reale.
Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, l’effetto del fiscal drag comporta per lo Stato un extra gettito di circa 3,3 miliardi di euro l’anno, una cifra che rappresenta un aggravio occulto per milioni di lavoratori. Da qui la richiesta dei sindacati di un adeguamento automatico degli scaglioni all’inflazione, al fine di preservare l’equità del prelievo fiscale.
Conclusioni
La riforma IRPEF del 2026 si presenta come un intervento di portata limitata ma simbolica, orientato più a proseguire nel percorso di semplificazione del sistema che a determinare un reale taglio strutturale della pressione fiscale. Molto dipenderà dalle scelte politiche sui meccanismi di sterilizzazione e sul recupero del fiscal drag, temi destinati a incidere in modo concreto sul reddito disponibile delle famiglie e dei professionisti italiani.
Il nostro studio rimane a disposizione per l’analisi di singoli casi e l’adozione delle soluzioni più opportune. Per maggiori informazioni, non esitate a contattarci.


